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C a t a l o g o
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Recensione |
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Sottratto dal Tribunale dei minori alla famiglia naturale, immersa nel degrado sottoproletario della periferia napoletana, Mario, 9 anni, viene dato in affido temporaneo a una coppia di quarantenni della borghesia colta e agiata, e li mette in crisi con il suo carattere difficile di rabbioso ribelle, a disagio in una condizione che gli è estranea. Intorno il mondo (assistenti sociali, giudici, insegnanti, psicologi) assiste perplesso all'esperimento. Nel suo nocciolo è la storia di una sconfitta amorosa, quella di Giulia che si è calata con passione illimitata nel suo nuovo ruolo di madre putativa, contro tutto e tutti, compreso il piccolo Mario con la sua faccia da impunito e la voce di cartavetrata. Il titolo è ambivalente: indica la sua lotta contraddittoria con la nuova condizione sociale che gli è stata imposta, ma anche la guerra di Shad-sky, il doppio che si è inventato per sopravvivere e giocare in solitudine. Al suo 5° lungometraggio, il napoletano A. Capuano “guarda, osserva, incide con il bisturi in una carne infetta che conosce bene.” (Piera Detassis). Basterebbe la scelta e la direzione del piccolo M. Grieco per dirne il talento. Alle prese con un personaggio rischioso V. Golino fa di tutto per trovargli dentro di sé un posto libero, mentre A. Renzi gioca di rimessa con l'abituale sobrietà. Funzionale e disardorna fotografia dell'infallibile Luca Bigazzi. Prodotto da Nicola Giuliano, Francesca Cima (Indigo) e Domenico Procacci (Fandango). Distribuito, in ritardo, da Medusa. |
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