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Arthur e il popolo dei Minimei

 
 
 

Regista

Luc Besson  
  Nazionalità Francia  
  Genere Animazione  
  Anno di produzione 2006  
         
 

Recensione

   
 

1960. Connecticut. Il piccolo Arthur vive in campagna con la nonna.
La tenuta sta per essere fatta propria da un avido uomo d’affari.
L’unico modo per sottrargliela consiste nel ritrovare un tesoro di cui si parla nel misterioso diario del nonno scomparso da tempo.
Il tesoro si trova nel mondo dei Minimei, esseri minuscoli che Arthur scoprirà viventi nel sottosuolo intorno a casa.
Riuscirà a raggiungerli e a trasformarsi in uno di loro per cercare di raggiungere il proprio obiettivo.
Troverà anche l'amore.
Luc Besson non è certo un regista che si sottrae alle sfide. Questa volta ha deciso di confrontarsi nuovamente con gli americani (come già ha fatto in passato con Nikita e Il quinto elemento) ma sull’ancor più insidioso fronte dell’animazione.
Puntuali e livorose le stroncature d’Oltreoceano. Decisamente ingenerose però. Perché il film riesce a giustificare la scelta della tecnica mista (attori e animazione) ed è in grado di trovare un suo pubblico non solo tra i bambini. Perché è vero che ‘ruba’ da tanti suoi predecessori (La spada nella roccia, Il Signore degli Anelli, Star Wars ecc…) ma lo fa in maniera così spudoratamente simpatica che non lo si può certo accusare di plagio.
E’ come se il regista francese ci dichiarasse i propri amori (anche quelli d’infanzia) cercando però di costruire un percorso nuovo. Anche la storia d’amore entra a far parte della lettura bessoniana del cinema.
Perché se in Leon aveva suscitato più di una perplessità di sospetta pedofilia qui è la principessa dei Minimei ad essere decisamente più ‘avanti’ rispetto al preadolescente Arthur. Così ‘avanti’ (anche rispetto all’epoca in cui è ambientato il film) da poter essere doppiata da Madonna nella versione americana (il cattivo di turno è toccato a David Bowie indimenticato protagonista di Labyrinth).
La morale poi è ecologica e pure interetnica grazie anche all’intervento risolutivo dei guerrieri africani. Qualcuno la definirà troppo ‘politically correct’ ma nella Francia postbanlieu date alle fiamme è anche questo un segnale distensivo.

 
 
  Recensione tratta da My Movies
Destinatari

B. 6-10 anni
C. 11-13 anni
E. Dai 18 in su

Argomento

Ambiente naturale
Amore - Innamoramento
Anziani
Ecologia

Anno di ambientazione

1960

     
Sesso ed età dei protagonisti

maschio preadolescente

     
Presente in archivio

Si

   

 

 
     
     

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